Cosa significa essere una Psicologa dei diritti umani?

In questo articolo parliamo di cosa significa essere una Psicologa dei diritti umani, dentro e fuori dalle porte del mio studio.

Cosa significa essere una Psicologa dei diritti umani?

In che modo questo approccio guida il mio lavoro con le persone, i gruppi e le organizzazioni?

Partiamo innanzitutto dalla definizione di “diritti umani”: i diritti umani sono diritti inalienabili che spettano, senza distinzione alcuna, a ogni individuo in ragione della sua condizione umana e del suo valore.

Sono universali e fondamentali, ossia essenziali alla dignità, alla sopravvivenza e allo sviluppo come essere umani.

Sono esempi di diritti umani:

il diritto alla vita, alla libertà e sicurezza, il diritto ad eguale tutela davanti alla legge, il diritto al riposo, al fondare una famiglia e relazioni basate sul consenso, il diritto alla libertà di pensiero, il diritto di non essere molestate o molestati per la propria opinione, genere e altro.

E già da questo breve elenco potete capire come spesso siano diritti tutt’altro che tutelati.

La Psicologia dei diritti umani

La Psicologia dei diritti umani è un campo interdisciplinare che si occupa di studiare il rapporto tra la psicologia e i diritti umani. In particolare esplora come i principi alla base dei diritti umani, come la dignità, l’uguaglianza, la libertà e la giustizia, influenzano e sono influenzati dai processi psicologici individuali e collettivi.

Quest’area della Psicologia studia, per esempio, come si sviluppano i pregiudizi, gli stereotipi e la discriminazione (per esempio contro le donne, le persone LGBTQIA+), e come questi fenomeni influenzano l’accesso ai diritti umani fondamentali. 

Oppure esamina come le violazioni dei diritti umani, come la violenza o la limitazione della libertà personale, possono influire sulla salute mentale e sul benessere delle persone.

Molti tra chi ha subito gravi violazioni dei diritti umani, pensiamo sempre alla violenza, alla guerra, alla separazione dai propri cari o allo sfruttamento, sviluppano disturbi psicologici. La Psicologia dei diritti umani si concentra sulla comprensione del trauma e sulla promozione della resilienza tra le vittime

Infine, la Psicologia dei diritti umani contribuisce a creare informazione e sensibilizzazione sui temi della giustizia sociale, dell’equità, del rispetto degli individui promuovendo l’empatia verso le altre persone.

Di cosa mi occupo come Psicologa dei diritti umani?

Spesso abbiamo l’idea che gli e le psicoterapeute siano chiuse nei loro studi, impegnati in un lavoro individuale con le singole persone. A volte in effetti questo succede. 

Per me essere una Psicologa per i diritti umani significa uscire dallo studio e utilizzare gli strumenti della Psicologia per sensibilizzare, promuovere benessere, difendere i diritti fondamentali delle persone in ambiti differenziati. Allo stesso tempo invece, in studio, lavorare avendo ben chiare le sfide di contesto specifiche di questo periodo storico e come possono impattare sulle persone, i loro diritti e il loro benessere – soprattutto se appartenenti a determinati gruppi sociali.

In particolare sono attiva rispetto alla difesa e promozione dei diritti delle donne, delle persone della comunità LGBTQIA+ e delle persone portatrici di disagio e problematiche psicologiche e psichiatriche. 

Purtroppo, sono ancora molte le discriminazioni e gli stereotipi a cui queste categorie di persone sono sottoposte e questo ha diverse conseguenze in termini di benessere psicologico, in particolare su accettazione di sé, autostima, qualità della vita oltre che di accesso e godimento di alcuni diritti fondamentali, come per esempio l’autodeterminazione, la libertà di espressione, la possibilità di lavorare, la sicurezza personale.

 

L’importanza del supporto psicologico

Il supporto psicologico in tutti i casi di mancato rispetto dei diritti di ogni persona è utile per dare una chiave di lettura alle esperienze individuali, comprendendo i meccanismi sociali che sostengono alcune discriminazioni e aiutando le persone a riconoscerli per fronteggiarli e per “non sentirsi sbagliate” ma “ok”.

L’Okness, spesso descritta dall’affermazione “io sono ok, tu sei ok”, è del resto uno dei presupposti fondamentali della Psicoterapia Analitico Transazionale.

Cosa significa? Questo principio riflette una prospettiva positiva sulla condizione umana e sulle relazioni interpersonali.

Io sono ok – implica la consapevolezza della propria dignità e valore come individuo, significa avere una visione positiva di se stessi, accettarsi per ciò che si è. 

Tu sei ok – riconosce lo stesso valore alle altre persone, sottolinea l’accettazione positiva degli altri, indipendentemente dalle loro differenze o scelte di vita. Implica il riconoscimento e il rispetto per le persone come individui degni di considerazione e valore.

Se allarghiamo questa prospettiva dalle relazioni individuali ai gruppi sociali e collettivi ecco una società equa, sana e rispettosa del benessere di tutte e tutti.

Non è fantastico?

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