“Non c’è cosa peggiore per un figlio che le vite non vissute dai propri genitori”
Anonimo
Non sempre è facile riconoscere che l’ambivalenza e la conflittualità sono insite nelle nostre relazioni affettive, in particolare in quelle che coinvolgono i nostri figli. In realtà, qualunque genitore sperimenta come il processo di crescita di un bambino prima, e di un ragazzo poi, sia una continua messa in discussione della relazione e che questo processo sia ben lungi dall’essere completamente lineare e privo di conflitti, difficoltà e rabbia.
Ogni relazione genitore – figlio è un “mondo a sé” e vive difficoltà specifiche, nelle quali entrano inevitabilmente in gioco la storia personale di “quel padre” e di “quella madre” e il modo in cui, a loro volta come figli, sono stati “visti” e più o meno riconosciuti nella loro reale identità.
Di questi temi ho parlato lo scorso 26 febbraio presso il Centro Berne di Milano.
Per chi fosse interessato, ecco i materiali della serata